sabato 23 febbraio 2019

Recensioni metal : Frozen Crown, The Fallen King

Giunge spontaneo domandarsi – non so se sia una domanda che mi pongo solo io – se chi fa recensioni metal, abbia mai provato a cimentarsi con uno strumento come la chitarra elettrica o la tastiera.


La domanda giunge impulsiva e spontanea anche perché, nella critica musicale metal, vi è chi dà giudizi tranchant e netti, che fanno supporre vi siano tanti maestri di musica, tra le fila di chi scrive riguardo al metal stesso.

Chiunque per esperienza abbia provato a suonare uno strumento sa, per certo, quanto sia difficile trarne qualcosa di veramente valido e bello. Ecco rispetto a quei recensori che, come si è detto altrove, parlano con facilità di poca originalità di una musica o direttamente di carattere derivativo di un gruppo, mi trovo invece molto più in sintonia con i critici musicali, per esempio di Metal.it  che non vedono cloni spesso e volentieri, ma senza volontà di adulare, si rendono conto della fatica e complessità del fare musica – in specie in ambito prog-power-metal – e tendono a premiare chi ha del talento da vendere.

Per scelta, in questo mio piccolo spazio di critica musicale, non esamino lavori che non mi convincano profondamente, non ne avrei tempo e possibilità, tuttavia voglio sperare che l’entusiasmo, ove se ne mostrerà alquanto, non sia scambiato per adulazione.

 
recensioni metal frozen crown
Frozen Crown - The Fallen King
 
Oggi scrivo qualche riga su un gruppo metal giovane d’età e freschissimo anche di formazione (appena un paio d’anni o poco più): i Frozen Crown – (Encyclopaedia Metallum).
Parto subito considerando che non bisogna farsi impressionare dalla copertina del disco d’esordio di questo quintetto: la cover di “The Fallen King” è alquanto bruttina, anche coloristicamente, all’esatto contrario del disco e della musica metal che vi è contenuta, che è, invece un caleidoscopio di note variopinte.

martedì 13 marzo 2018

Recensioni metal : Limbo dei Derdian

Recensioni metal: l'album Limbo dei Derdian


Recensioni metal : 13 Marzo 2018, è passato un lustro e si può festeggiare l’uscita di “Limbo”, a cinque anni, dunque, dalla autoproduzione (per l’Italia, etichetta Spiritual Beast, invece, per il Giappone), quando correva l’anno 2013, per la precisione il 13 marzo di quell’anno.



Tra il progressive metal e il power symphonic metal, con bei tocchi di melodic, approda il gruppo metal Derdian, potente combo milanese che esprime grande talento in ciascuno dei componenti l’equipaggio. 

                        

Da subito, parlando di recensioni metal, in particolare di MetalItalia.com, ma anche di altri autorevoli siti di critica musicale, del disco “Limbo” mi trovo in disaccordo con taluni recensori metal: trovo ingeneroso non dare una valutazione eccellente, solo perché i nostri attingono dai Rhapsody; sarebbe come dire che i Guns ‘n Roses sono solo sufficienti, in quanto derivativi dai Led Zeppelin… A mio modesto avviso non è un ragionamento accoglibile. Inoltre anche dal punto di vista emozionale la cosa non ha senso. 

E’ vero, il power metal è, originariamente, nel DNA dei Rhapsody, è stato rielaborato da loro. Peraltro se vogliamo essere precisi il power metal è stato inventato negli anni ottanta dagli Helloween; i Rhapsody lo hanno intrecciato con la musica classica sinfonica, anche se gli Helloween stessi hanno ripreso uno dei loro motivi base da un compositore di musica classica quale Grieg (la loro canzone Gorgar è un bell’omaggio di alcuni secondi al compositore classico norvegese Edvard Hagerup Grieg ed alla sua celeberrima “In The Hall Of The Mountain King”). 

E’, peraltro, vero che i Rhapsody mettono degli inserti in lingua italiana nei loro componimenti musicali. Bene, le analogie si esauriscono qua. I Derdian non hanno inventato un genere musicale nell’heavy metal… beh, bisognerà farsene una ragione! 

Per quanto riguarda le analogie e le differenze con i Rhapsody, penso alla ricerca del suono e della timbrica degli strumenti: nei Derdian è unica e ben identificata, non mi riferisco solo alla Saga dei dischi New Era I – II e III, quanto anche e soprattutto al disco che, tra varie recensioni metal, riguarda quella attuale per l’album metal Limbo (con una critica musicale track by track).

Recensioni metal : disco LIMBO.


“Da questa tema acciò che tu ti solve,      |Affinché tu ti liberi da questa paura
dirotti perch’io venni e quel ch’io ’ntesi   |Ti dirò perché sono venuto qui e ciò che ho capito
nel primo punto che di te mi dolve.          |Nel primo momento in cui ho provato per te dolore

Io era tra color che son sospesi,                 |Io ero tra le anime sospese del Limbo,
e donna mi chiamò beata e bella,              |Quando mi chiamò una donna tanto beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi.”          |Che io stesso le chiesi di comandarmi.
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto II)

Limbo è proprio il disco metal “tra color che son sospesi”: col senno del poi, pensando al successivo “Human Reset” e, ancora dopo, a “Revolution Era”, stabilisce uno spartiacque per i Derdian: da tre dischi “concept” che raffigurano una saga paragonabile a quella della Spada di Smeraldo dei Rhapsody - la serie della “Nuova Era” - a tre dischi non-concept, nel senso che dà il rock progressivo alla parola, ovvero si tratta di album non di un unico tema e trama, non essenzialmente ‘concepiti’ come ciascuno un unico componimento, bensì pensati come una miscellanea di trame e canzoni, anche se vi sono dei tratti d’unione musicali ed effettistici tra le canzoni stesse. ‘Conceptus’, etimologicamente, deriva dal latino, ‘concipere’, derivato di ‘cum’ e ‘capere’, nel senso originario di ‘prendere insieme’, ma anche di participio passato di concepire, come la metaforica gestazione di un’unica idea.

Vi è un altro distinguo da fare: “Limbo” sancisce dal punto di vista strumentale la maturità artistica dei nostri e dal punto di vista vocale un cambiamento, con alle corde vocali Ivan Giannini, un cantante superlativo a parere di chi scrive.
Nelle canzoni metal dei Derdian, si avvertono appena sottesi alla loro musica due fonti di ispirazione probabilmente inconscie: le più belle canzoni da Messa (ve ne sono anche talune bruttine di canzoni da Messa!) e le musiche dei cartoni animati, con riferimenti alle linee melodiche originali giapponesi, tuttavia, la fonte di estro artistico primario per loro è e resta la musica classica.


In conclusione, questa tra le altre recensioni metal, vuole sottolineare che, pur tra echi Helloweeniani nelle strutture delle canzoni metal e Rhapsodiani nell’estetica, i Derdian si stagliano nel panorama italiano come sopraffini fautori di un heavy che richiama, in chiave accelerata e con sperimentazioni, la musica classica.

sabato 25 ottobre 2014

DREAM THEATER - 15 anni da Metropolis Part 2: Scenes From A Memory

Recensione metal di Metropolis PT. 2: Scenes From A Memory

Era il 25 ottobre del 1999: 15 anni esatti sono passati dall'uscita di questo capolavoro dei Dream Theater: Scenes From A Memory. Così inizio l'esperienza di questo sito col celebrare, tramite una recensione, questo disco metal.

Due Atti, nove Scene, dodici Movimenti musicali, quando si dice che la matematica ha un posto di primo piano nella musica, specie nella musica metal!



Incipit: il (capo)lavoro metal comincia col ticchettio di un metronomo-orologio: è “Regression”, la prima traccia. La voce scandita dell’ipnoterapeuta, il conto alla rovescia, l’induzione in stato di trance ipnotica del protagonista della nostra storia, Nicholas, che, volendo, può essere l’ascoltatore stesso, concentrato oltre che nell’ascolto dell’album, anche in una sorta di immedesimazione empatica.